“Nil admirari prope res est una, Numici, Solaque, quae possit facere et servare beatum” – Di nulla stupirci, è quasi l’unico modo, o Numicio, che possa farci e conservarci felici (Orazio, Epist., 1, 6, 1-2)
Se la lezione del giovedì a Bovisio è stata dedicata al 3 x 3 del Munter, il corso SA1 non poteva proporre, per la prima gita in ambiente, che un bel 4 x 4.
Sia ben inteso: mica ci siamo sognati di aggiungere una riga e una colonna alla mitica stele di Hammurabi-Munter (custodita al Louvre) , complicando con ulteriori filtri la già complessa scelta della gita.
Abbiamo semplicemente valutato di approcciare alla montagna con auto a quattro ruote motrici, visto che si era deciso di andare là dove le strade non le puliscono dalla neve. Saliamo quindi ad Albosaggia (sobborgo di Sondrio) dirigendoci verso i Campelli, con 10 cm di polvere bianca caduta nella notte. Pare comunque che una sorta di spazzaneve sia passato, ma in ogni caso a 800 m di quota dobbiamo fermarci perchè lo spazzaneve lì si è fermato. E non tutte le 4 x 4 ce l’hanno fatta perché, si sa, le gomme da neve sono buone solo per due-tre anni, poi diventano dure e bisognerebbe cambiarle. Andare in montagna sta diventando più complicato di uno pit-stop di Formula 1.
In ogni caso facciamo due conti abbandonando l’idea di raggiungere il Pizzo Meriggio, sia per il vento che funestava la cima, sia per il dislivello che sarebbe stato eccessivo per la prima gita di un SA1 (1550 m !!); da scordarsi anche, sulla via del Meriggio, la cima della Piada con un dislivello di 1300 m. Quindi: arriviamo dove arriviamo.
Calziamo gli sci e, come ogni anno, si ricomincia con il volta maria, il filtro zonale e locale, godendo di un panorama che toglie spazio a tutto il resto. Dalle parole degli allievi senti la meraviglia e lo stupore di chi vede questi spettacoli della natura per la prima volta. E la cosa contagia tutti quanti rinnovando il rito.
Prima di andare avanti devo dare evidenza che le foto in b/n non sono mie, ma una gentile concessione dell’allievo Francesco, provetto fotografo. Di più: ho scoperto che anche Francesco relaziona sulle nostre gite, e pure in inglese. Quindi, se volete, spostatevi direttamente al link di seguito riportato:
https://francescosortino.com/2018/01/28/powder-louder
e godetevi l’internazionalizzazione della valle del Seveso (…..scommetto che siamo i primi ad avere relazioni in lingua straniera).
Se siete ritornati qui dopo l’escursione al blog di Francesco vi racconto il seguito dell’avventura.
Superiamo i 1000 m di dislivello in 3 ore e nella restante quarta ora raggiungiamo l’impossibile Cima della Piada mettendo in saccoccia un bel 1300 metri di dislivello.
Abbiamo allievi che sono mostri!
Veloce cambio di maglietta e scopriamo che nel nostro gruppo c’è pure Putin, che la sera prima aveva deliziato il globo con il suo bagno all’aperto in mezzo alla neve.
In cima ci viene servito un bel panorama con il Pizzo Redorta che sovrasta la diga di Scais (…. e subito giu’ a raccontare la scialpinistica al Redorta passando per la Capanna Mambretti).
La discesa si annuncia di quelle mitiche con polvere a coesione zero zero 00
Ce n’è per tutti i gusti, dal tratto ripido, al tratto aperto, allo slalom nei boschi.
Ci fermiamo quindi per l’esercitazione pratica sull’utilizzo dell’ARTVA in prossimità del vecchio skilift.
Chi si preoccuperà di togliere i rifiuti che la Società anni ’70 ha lasciato lì ?……sempre la solita domanda da sviluppo sostenibile.
Proseguiamo sulla strada ghiacciata fino alla macchina
Anche oggi è andata di stralusso e lungo la via del ritorno una bella birrozza non ce la toglie nessuno (meglio se a carico allievi….)
Hanno partecipato:
Federica, Federico, Alessandro Francesco e Gabriele, & Carlo (Putin), AleBarni, Anna, Luca, AdrianoMaurino, Matteo, RobertoBob PontiConte, Gio Pozzi
Alberto Ronz